Sciatica, cos’è?

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Stare seduti per tante ore dietro una scrivania o in macchina, sollevare carichi pesanti oppure chinarsi nel modo sbagliato sono comportamenti che possono dare origine a fastidiosi disturbi, come la sensazione di punture di spilli o bruciore nella parte bassa della schiena e la tensione che dal gluteo si diffonde fino al piede, a volte accompagnata da altri sintomi quali intorpidimento o formicolio.
Per coloro che soffrono di queste problematiche diventa particolarmente difficile affrontare le normali attività quotidiane. Non solo: molti italiani avvertono fastidi anche di notte, senza riuscire ad avere un corretto riposo. Ma che cosa si cela dietro un simile problema?
La causa più frequente dei disturbi alla parte posteriore del corpo è il nervo sciatico (Nervus ischiadicus), che oltre a essere il nervo più lungo è anche quello più voluminoso del nostro organismo con un diametro di circa 1,5 cm. Se il nervo sciatico viene compromesso, i dolori si manifestano soprattutto nella zona della schiena e del gluteo, diffondendosi fino alla gamba. Molti lamentano anche una sensazione di intorpidimento o formicolio nelle aree colpite. Altri sentono addirittura delle scosse elettriche che si irradiano nel corpo.

Perchè succede?

 

Sciatic nerve pain in the lower back through hip, thigh, knee to leg. Educational or informational poster. Flat vector medical illustration isolated on white background
Uno dei motivi per il quale il normale funzionamento del nervo sciatico può essere compromesso è rappresentato da contusioni o irritazioni. Lungo tutto il suo percorso, che può arrivare a misurare fino a un metro di lunghezza, il nervo sciatico deve passare attraverso molti punti stretti, causando spesso e volentieri l’insorgere di determinati problemi.
Di conseguenza, se il nervo non è sufficientemente protetto, la sua funzione può essere compromessa. Sono particolarmente soggette a questo rischio le persone che trascorrono molto tempo sedute e che non fanno esercizio fisico, indispensabile per mantenere uno stile di vita sano ed equilibrato. Anche fare un movimento sbagliato o sollevare carichi pesanti può affaticare il nervo, soprattutto in coloro che svolgono lavori fisicamente spossanti.
Un altro motivo per cui i nervi, come quello sciatico, possono creare fastidi è la mancanza di nutrienti. Per una normale funzionalità neurologica, è infatti importante che i nervi abbiano un apporto sufficiente di sostanze nutritive. Soprattutto in età avanzata, ma anche in fasi particolari della vita, come la gravidanza o la menopausa, può verificarsi una carenza di tali nutrienti. L’organismo non è più in grado di utilizzare le sostanze nutritive contenute negli alimenti o necessita di maggiori quantità di sostanze nutritive a causa di cambiamenti ormonali impegnativi.
Anche lo stress ossidativo può influire sulla normale funzionalità neurologica del nervo sciatico: intaccando i neuroni, i cosiddetti radicali liberi possono danneggiarli. Soprattutto in età avanzata, la protezione cellulare è spesso insufficiente, ma il rischio aumenta anche in caso di malattie, di assunzione regolare di farmaci o di cambiamenti ormonali come accade in menopausa.
Oltre ai vari fattori che possono scatenare disturbi al nervo sciatico, oggi gli esperti individuano anche altre condizioni necessarie a preservare la salute dei neuroni.
La protezione delle fibre nervose svolge un ruolo fondamentale per la salute dei nervi. Un rivestimento protettivo per i nervi è ad esempio costituito dallo strato di mielina grassa che avvolge ogni singola fibra nervosa. Se questa cosiddetta guaina mielinica risulta difettosa, gli impulsi provenienti dal nervo sciatico non possono più essere trasmessi correttamente. Un normale metabolismo dei lipidi, invece, può contribuire a mantenere la struttura e la funzione della guaina mielinica.
La normale trasmissione degli stimoli assicura inoltre che la conduzione saltatoria tra i neuroni e, ad esempio, le cellule muscolari funzioni in maniera corretta. Sotto forma di impulsi elettrici che vengono convertiti in segnali chimici, gli stimoli o gli impulsi raggiungono infine il cervello.
Anche la normale divisione cellulare è essenziale per il corretto funzionamento del sistema nervoso, perché solo così possono essere generati sempre nuovi neuroni.
Altrettanto importante è la protezione dei neuroni dallo stress ossidativo, che può avere effetti negativi sui nervi e sul loro ruolo in merito allo svolgimento di compiti nell’organismo, come descritto sopra.

Cosa fare?

Nel prendersi cura di un paziente con sciatalgia, il fisioterapista in primo luogo ricerca un inquadramento diagnostico del sintomo, per sapere se vi è un rapporto di causa effetto fra il sintomo provato dal paziente e la struttura muscolo scheletrica che lo provoca. 
Valutato questo aspetto “sulla carta” si passa alla valutazione clinica del paziente, dove si osservano eventuali debolezze, rigidità muscolari o articolari, ambiti posturali o traumatici pregressi, che possano rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza di questo tipo di sintomo; ma non solo, di fondamentale importanza in questa patologia è anche la valutazione delle abitudini della vita quotidiana, quali sport praticati, lavoro, hobbies, che possano arrecare disturbo alla regione lombare, in modo da riprogrammarli al meglio. Il lavoro fisioterapico che viene in fine impostato, consente di diminuire la sensazione di dolore riducendo l’infiammazione e alleviando la tensione muscolare, cercando – tramite esercizi di rafforzamento, mobilità o allungamento – di ridurre al minimo la possibilità che i sintomi si ripresentino
La scelta degli esercizi da fare è strettamente legata ai risultati ottenuti dagli esami strumentali e dai test clinici effettuati, possiamo però semplificare su larga scala il processo terapeutico più comune: Nella prima fase acuta ed altamente infiammatoria della sciatalgia, gli esercizi che vengono proposti sono da svolgersi in totale assenza di dolore o risentimento nella regione lombare e prevedono caute mobilizzazioni del bacino e della colonna lombare svolti in posizioni che consentano di scaricare il peso dalla colonna, per esempio a quattro zampe o sdraiati a pancia in sù. In questa fase generalmente vengono anche svolti iniziali esercizi di cauto allungamento per i muscoli glutei, flessori e rotatori della lombare.
Nella seconda fase sub acuta o di regressione del sintomo, si inseriscono esercizi atti a recuperare la migliore mobilità possibile della colonna in tutti i parametri di movimento, così come un iniziale lavoro di rinforzo che può comprendere l’addome (core) o la muscolatura paravertebrale della schiena, così come eventualmente i muscoli dell’arto inferiore. 
Nella terza fase o di stabilizzazione del sintomo, si inseriscono esercizi volta per volta più intensi al fine di abituare nuovamente la colonna al carico e donare piena capacità di contenimento e contrazione dei muscoli coinvolti nella stabilizzazione della colonna lombare e del bacino. Un altro scopo di questa fase è superare eventuali anomalie nel movimento causate da timore, abituale non uso oppure cattive abitudini di movimento nella vita quotidiana. 

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